L'arrampicata su cascate di ghiaccio è un'attività che interessa un numero sempre crescente di persone.
Per arrampicare sul ghiaccio, gli alpinisti sfruttano gran parte delle tecniche di arrampicata sulla roccia, con l'aggiunta di alcuni attrezzi e alcune tecniche speciali. In questo post vedremo l’abbigliamento e l'attrezzatura necessaria per l'arrampicata su ghiaccio, nonché i passi base per arrampicare.
Per quanto riguarda l'abbigliamento, non è tanto dissimile dall’abbigliamento per un'escursione in montagna in inverno. Mentre un elemento caratterizzante l'arrampicata su ghiaccio è l'utilizzo degli scarponi, delle ghette e dei ramponi e del casco.
Nella scelta degli scarponi è indispensabile trovare la misura giusta: ci deve essere abbastanza spazio per riuscire a muovere le dita, ma devono essere aderenti sul collo del piede e sul calcagno, che deve sollevarsi il meno possibile durante il cammino. Tenete conto dello spazio che verrà riempito dalle calze. Per l'arrampicata su ghiaccio in condizioni di pendenza moderata, i moderni scarponi di cuoio sono una buona scelta. Tuttavia, se devono essere usati per la progressione sulle punte anteriori su tratti lunghi, è importante che abbiano la suola rigida. In condizioni di freddo estremo i ghiacciatori in genere preferiscono gli scarponi con lo scafo a quelli di cuoio, perché sono caldi e mantengono il piede asciutto, offrendo anche una piattaforma più rigida per i ramponi, il che è particolarmente importante per la progressione sulle punte anteriori. In figura riportiamo un buono scarpone La Sportiva Trango Ice Cube GTX.
Passiamo ora all'utilizzo delle ghette: i ghiacciatori devono indossare delle ghette alte che arrivino appena al di sotto del ginocchio. Va sempre controllato che siano adatte agli scarponi e che ci sia spazio sufficiente per i vari strati isolanti che si decide di indossare sulle gambe. In figura riportiamo un esempio di ghette CT Climbing Technology Prosnow Gaiter.
Per quanto riguarda i ramponi, ne esistono di vari tipi. Riportiamo una breve carrellata, tratta da Il grande libro della montagna (S. M. Cox e K. Fulsaas a cura di-, Oscar Mondadori, Milano, 2005):
TIPI |
CARATTERISTICHE |
Snodati |
Quelli snodati a 12 punte sono indicati per la maggior parte delle salite su ghiaccio. Si adattano alla maggior parte degli scarponi da alpinismo e sono più leggeri e meno costosi dei modelli a struttura rigida. |
Rigidi e semi-rigidi |
In caso di lunghi tratti di progressione sulle punte anteriori i ghiacciatori di solito preferiscono questo tipo di ramponi, che vibrano meno di quelli snodati quando vengono usati sul ghiaccio idrico, più denso. Per non sollecitare troppo la struttura dei ramponi è meglio indossarli con degli scarponi di cuoio molto rigidi, oppure con quelli a scafo. |
Punte anteriori e secondarie |
L'inclinazione delle punte anteriori e secondarie influisce sulla capacità di penetrazione del rampone. Per il ghiaccio alpino le punte frontali devono essere orizzontali e leggermente piegate verso il basso, mentre quelle secondarie sono leggermente inclinate in avanti. |
Come esempio riportiamo i ramponi PETZL IRVIS.
I ghiacciatori più prudenti portano sempre il casco, che deve essere leggermente più grande del normale, in modo da poterlo mettere sopra un cappello o un passamontagna. Come esempio riportiamo il casco Stealth della Grivel.
Gli attrezzi utilizzati per l'arrampicata su ghiaccio sono: piccozze, chiodi da ghiaccio, corde e uncini Abalakov per far passare le corde. Vediamo ora di passare al dettaglio ciascuno.
A dfferenza alla progressione su ghiacciaio, dove si una una sola piccozza con manico lungo, nell'arrampicata su cascate di ghiaccio si usano due piccozze e queste hanno il manico più corto delle picozze standard. Essendo più corto il manico, sono più facili da maneggiare, aumentando la precisione del posizionamento della becca e riducendo le vibrazioni, che possono affaticare i muscoli del braccio. Come esempio riportiamo le Piccozze Camp/Cassin X-Dream (foto tratta dal forum On-Ice).
I moderni chiodi da ghiaccio tubolari sono realizzati in leghe di acciaio, alluminio o titanio e possono essere di varie lunghezze, comprese fra 10 e 22 centimetri. La resistenza dei chiodi dipende in gran parte dalla loro lunghezza e dal diametro: quelli di diametro maggiore sono in grado di sopportare un peso superiore rispetto a chiodi della stessa lunghezza ma di diametro inferiore; un chiodo lungo ha una resistenza maggiore, ma solo se la lunghezza non supera la profondità del ghiaccio. In Figura riportiamo un esempio di viti da ghiaccio Laser Speed Light della Petzl.
Le corde singole standard (da 10-11 millimetri di diametro) sono quelle più utilizzate per l'arrampicata su ghiaccio, anche se la scelta dipende dal tipo di ascensione e dalle preferenze degli scalatori. L'uso di una corda più lunga rispetto alla misura standard (50 metri) permette di effettuare un tiro più lungo. Alcuni ghiacciatori preferiscono optare per un sistema a doppia corda per maggiore sicurezza, in caso di caduta di detriti taglienti. Poiché sul ghiaccio la corda inevitabilmente si bagna, le funi idrorepellenti valgono il prezzo più alto: rispetto a quelle non trattate, si indeboliscono meno quando si bagnano e gelano meno facilmente, anche se questo non esclude del tutto la possibilità che si formi uno strato di ghiaccio sulla guaina esterna. Come esempio riportiamo una corda Ice Line 8.1 Unicore Dry cover della Beal.
Questi uncini servono a far passare il cordino o la fettuccia attraverso il tunnel a forma di V di un particolare tipo di ancoraggio usato sul ghiaccio, l'abalakov. In commercio esistono due tipi di uncini per questa funzione: uno è formato da un cavetto metallico, con un uncino saldato a una delle due estremità, mentre l'altro è un pezzo di metallo rigido che termina con un uncino. In figura riportiamo un esempio di un uncino Abalakov della Simond.
Il lavoro di piedi è la base tecnica di arrampicata sul ghiaccio ripido delle cascate. Se svolto nel modo giusto, permette di caricare la maggior parte del peso sui piedi e sulla muscolatura delle gambe, piuttosto che sulle braccia, conservando preziose energie. Un buon ghiacciatore non solo deve sempre guardare davanti a sé per scegliere il punto migliore in cui piantare la piccozza, ma deve anche cercare continuamente la posizione ideale per piantare le punte, in modo da ridurre l'affaticamento dei polpacci.
Il punto migliore in cui infilare le punte delle piccozze è in corrispondenza di una leggera depressione. Anche la zona che si trova appena sopra una protuberanza offre un buon appoggio. Dopo aver trovato la posizione giusta, occorre piantare le punte con un solo calcio deciso. Accertatevi che il piede sia perpendicolare alla superficie del ghiaccio. Tenete i talloni abbassati, in modo che anche le punte secondarie penetrino bene, rendendo la presa molto più stabile e controllate che la punta dello scarpone sia completamente girata verso la parete.
Mentre arrampicate, controllate se ci sono delle cavità preesistenti, in modo che possiate infilare la piccozza senza effettuare il lancio, come un vecchio foro creato da una piccozza o da un rampone monopunta, purché sia abbastanza profondo per ospitare la vostra becca. Le cascate di ghiaccio, inoltre, offrono molte possibilità di aggancio: sui tratti verticali spesso si formano dei grappoli di ghiaccioli, fra i quali si creano delle fessure o degli spazi vuoti, ideali per agganciare il ghiaccio con la becca.
Su ghiaccio di buona qualità cercate di piantare i due attrezzi uno sopra l'altro, anziché sullo stesso piano. Sfalsando gli attrezzi (invece di disporli parallelamente) e sfruttandone uno alla volta ridurrete il numero di lanci, diminuendo il carico di lavoro da parte delle braccia e delle mani. Se avete dei dubbi sulla qualità del ghiaccio piantate i due attrezzi uno di fianco all'altro, a circa 60 centimetri di distanza, prima di estrarre le punte anteriori dei ramponi dal ghiaccio. In questo modo diminuirete il carico che grava su ciascun attrezzo, riducendo le probabilità che la becca fuoriesca dal ghiaccio sotto il peso del vostro corpo.
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