L'Epic Ski Tour è stata l'occasione per approfondire una tematica importante come la sicurezza sulla neve, prendendo in considerazione due fondamenti: le "vecchie" buone abitudini e le nuove tecnologie che sempre più si stanno sviluppando in questo campo.
All'incontro pubblico che si è tenuto sabato 10 marzo 2018 sono intervenuti Alberto Trenti di Meteotrentino, Matteo Dall'Amico di Mysnowmaps e Renato Cresta, esperto nivologo. Ognuno di loro ha affrontato la questione da un punto di vista differente.
In un post precedente abbiamo già trattato l'argomento legato alla consultazione del bollettino valanghe, ma come si dice “repetita iuvant”. Il primo a prendere la parola è Alberto Trenti di Meteotrentino che spiega l'importanza del bollettino valanghe. Quest'ultimo è uno strumento che esiste da decenni e che dà informazioni semplici e omogenee sul manto nevoso.
In questo settore l'aineva (associazione interregionale neve e valanghe) raccoglie i dati degli incidenti avvenuti in montagna dal 1985 ad oggi.
Ci sono 50 incidenti valanghivi all'anno distribuiti secondo la mappa.
In questa seconda mappa invece è mostrato il numero delle persone che vengono travolte dalle valanghe (circa 100 all'anno).
Infine in quest'ultima mappa viene trattato il numero delle vittime.
Va subito detto che la sopravvivenza in valanga è limitata; già dopo i 15 minuti le probabilità di sopravvivenza diminuiscono brutalemnte. Analizzando però dal punto di vista del tempo le vittime per valanghe, si nota come nel nostro Pese ci sia stata una graduale diminuzione negli anni 2000 per poi registrare un nuovo aumento. L'aumento si è verificato anche il relazione all'aumento del numero di persone che vanno in montagna (intendendo non solo sciatori, ma anche coloro che praticano fuoripista o percorsi con le ciaspole).
Quello che però si evidenzia è che nonostante sia raddoppiato il numero di incidenti, non è aumentato il numero delle vittime.
Altro elemente interessante è stato scorpire la causa delle valnghe: Alberto Trenti ha spiegato infatti come quasi tutte le valghe (95%) sono provocate dalle persone stesse.
Si passa quindi ad analizzare le informazioni fornite dal bollettino che - come abbiamo già visto - si articola in 5 livelli di pericolo e sulla base di questa scala vengono colorate le mappe.
Dietro il bollettino valanghe fruibile da tutti in modo semplice, c'è il lavoro di moltissime persone che fanno misure, analizzano dati, guardano le previsioni: tutti i dati confluiscono poi negli uffici centrali che aggiornano così il bollettino valanghe.
Nel panorama europeo sta nascendo un progetto tra il Trentino, l'Alto Adige e il Tirolo per creare un bollettino unificato. In Trentino questo bollettino sperimentale è già stato usato per questa stagione invernale 2017-2018: dall'anno prossimo sarà online anche quello unificato dell'Euregio.
E su questa scia, prende la parola Matteo Dall'Amico di Mysnowmaps, il nostro portale, il quale ha illustrato le tre variabili nivologiche usate per la quantificazione del manto nevoso:
Ciascuna di queste informazioni è però incompleta. E quindi cosa ha fatto Mysnowmaps? Ha messo insieme le sorgenti dei dati provenienti da questi tre sistemi di monitoraggio in un modello matematico che simula l'evoluzione del manto nevoso. Per poter pianificare una gita in modo completo, Mysnowmaps mette a disposizione una serie di informazioni sulla neve sottoforma di mappe facilmente consultabili e valide dappertutto. Assieme a queste, mette a disposizione mappe tematiche sulla pendenza e l'esposizione, necessarie per interpretare la morfologia del territorio. Inoltre fornisce informazioni sui rifugi, spunti per percorsi di sci-alpinismo, nonché il meteo storico (zero termico e vento in quota) presente negli ultimi 10 giorni. Infine, grazie al coinvolgimento della Community, raccoglie le recensioni delle gite e le misure di neve dagli utenti, utili per reperire spunti sulle condizioni dei versanti trovate da chi è salito prima di noi. Ultimo ma non per questo meno importante: tutteo queste informazioni sono geolocalizzate sul Portale.
Chiude l'intervento pubblico, Renato Cresta, che spiega come i segnali del vento sulla neve in montagna possano dare reali informazioni sull'ambiente circostante e sui comportamenti da adottare per proseguire in sicurezza.
Il vento, infatti, è un fabbricante di valanghe quindi occorre imparare ad interpretarne le evoluzioni. La montagna per noi deve diventare un libro aperto per leggere quello che il vento ci scrive. Il vento agisce secondo le leggi della fluidodinamica, che sono poi le stesse leggi che usano gli uccelli per volare. Guardate ad esempio queste due immagini (foto: Renato Cresta): rappresentano i segnali del vento lasciati sulla neve che, guarda caso, assumono proprio la sembianza di un gabbiano a dimostrazione di come la forma alare degli uccelli sia un illustre esempio di fluidodinamica.
Per concludere questo intervento, riprendiamo una frase di Renato Cresta: “L’osservazione della natura presenta un grande pregio: ci permettere di comprendere, o almeno intuire, molte delle sue leggi. L’osservazione della natura presenta un grande difetto: richiede un costante impegno della volontà”.
Ora trovi tutte le informazioni per lo scialpinismo e le avventure in alta montagna in un unico portale!
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